Arrivati al portone del palazzo dove trovate la nostra struttura, alzando gli occhi, alla sua sinistra, scorgerete una grande targa con due volti in rilievo ed una scritta incisa nel marmo.
Si tratta di due illustri musicisti napoletani, autori di perfette melodie che hanno arricchito il patrimonio
Artistico di Napoli, (basti pensare che Edoardo Di Capua ha musicato, “O’ SOLE MIO, tra tanti altri capolavori”), che avevano, però, una non trascurabile differenza.
Mentre il talento di Di Capua, per esprimersi trovò una, naturale quanto meritata, agevolazione nel suo essere figlio d’Arte, quello di Gambardella, per emergere ed essere riconosciuto, dovette sfruttare al meglio, tutto il repertorio di scaltrezza e capacità, tipico di chi è cresciuto annusando la vita tra i vicoli di Napoli, Gambardella, di umili origini, fu uno “scugnizzo” che aveva un passatempo speciale: “se nfezzà dint o’ tiatr”, ovvero intrufolarsi al Teatro San Carlo, senza farsi notare dai guardiani, a seguire le prove delle varie Opere che sarebbero andate in scena, o addirittura, alle vere soirèè.
Lui la Musica la studiò così e la imparò davvero bene, visti i risultati.
Infatti senza che sapesse nè leggere, nè scrivere la musica, riuscì a creare vere e proprie “hit” del tempo, tra cui anche FURTURE’.
I musicisti come lui tecnicamente venivano definiti “orecchisti”, cioè che eseguivano o componevano le melodie a orecchio, nel suo caso addirittura fischiettando!
Del resto, ed è storia vera, uno dei massimi operisti della storia come Giacomo Puccini ascoltando proprio FURTURE’ esclamò: “Altro che orecchista, questa canzone ha una progressione musicale discendente, degna del più grande musicista classico!” e venuto a conoscenza delle non esattamente floride condizioni economiche di Gambardella si affrettò a spedirgli un pianoforte per fargli affinare il talento.
Volendo connotare la nostra attività con qualcosa di autenticamente partenopeo, dato il fiero sentimento che ci lega alla nostra città, la targa affianco al portone del palazzo ci ha dato lo spunto che cercavamo.
Per noi lo “scugnizzo” Salvatore Gambardella è l’esatta figurazione di istinto, genialità e creatività spontanea, espressa con Arte che appartengono a Napoli e alla sua Gente e che ne tracciano un inconfondibile tratto distintivo.
FURTURE’, è la contrazione dialettale di Furturella a sua volta diminutivo del nome Fortuna, nella canzone è quello di una ragazza alla quale lo scalpitante innamorato, lancia delle focose e ben specifiche richieste. Questa canzone, eseguita peraltro da tutti i maggiori interpreti canori napoletani, non è la sua più celebre canzone, ma dentro di se ha il fresco e benefico profumo dei tempi giovani, è un inno allegro e giocoso alla vita, condito da versi il giusto maliziosi, che sospira, sorride e celebra, con espansiva tenerezza, il desiderio di carezze, di sensualità, di amore. Cose che sono care nella vita di ognuno, partenopei e no.
Quindi, per noi, niente di meglio che dare il nome FURTURE’ a questa attività, per render omaggio a quello “scugnizzo”, impegnandoci al meglio, affinché il risultato ne sia degno.
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Furturè fu musicata da Salvatore Gambardella, il più illustre rappresentante di una generazione di compositori napoletani che creavano melodie …